Marigold Glitch è una mostra d'arte di film, dipinti e composizioni floreali intorno all'intricata relazione tra immagini analogiche e digitali.
Una ricerca sostenuta dall'Istituto Italiano di Cultura di Mumbai, dall’ISRO di Bangalore, dal Consolato Italiano di Bangalore e dal
Goethe-Institut / Max Mueller Bhavan Bangalore, esposta il 30 settembre e il 1° ottobre 2022. MARIGOLD GLITCH indaga il rapporto tra il corpo e l'uso di dispositivi digitali (cellulari, tablet, VR, kindle, ecc.) sul piano dell'estetica e dell'intimità. La mostra si compone di lavori prodotti durante una residenza di due mesi a ISRO Bangalore.
Siamo immersi in una nuvola indistinta di linguaggi visivi che si intersecano e si modificano a vicenda, con i canoni tradizionali che si evolvono e trasformano nella misura richiesta dai formati tecnologici. Il concetto di tempo sembra uscirne deformato e quasi per paradosso ritorna, attraverso la grammatica dello scrolling digitale, a una dimensione pretestuale di ciclicità ripetitiva. L'esperienza della realtà creata dai dispositivi ricombina numerose sintassi visive di diversa provenienza, riproponendo alcuni paradigmi postmoderni e superandoli attraverso un processo entropico di confusione semantica. La cinematografia naturalista del XX secolo si combina con il 3D e con gli sticker animati e i meme derivati dalla cultura mainstream; il cinema ad alta risoluzione si accompagna a video pixelati e filtrati dall'intelligenza artificiale. D'altra parte, il corpo, attraverso le mani, i polsi e le dita che scivolano su queste interfacce, tiene silenziosamente in ordine gli impulsi elettrici che attraversano le nostre reti neurali. Il corpo è acqua ed è un sistema di equilibrio di organi e processi, non solo un apparato di controllo funzionale alla fruizione. Quando scorriamo, perdiamo di vista il nostro corpo: ma il nostro cervello tiene silenziosamente tutto sotto controllo.
In MARIGOLD GLITCH, i dipinti ad acquerello parlano del linguaggio silenzioso del corpo, restituendo l'affascinante (perché inafferrabile) connessione tra forma e contenuto che avviene nell'elemento liquido. È un linguaggio che, per la sua unicità, contraddice lo stile delle immagini generate dall'intelligenza artificiale. Le composizioni floreali rispecchiano queste forme, ispirandosi alla cultura indiana delle composizioni floreali a terra (Pookalam).
Di Soavi Accenti (arte sonora: Eva Macali) è un film d'arte che tratta l'elemento aria, inteso come spazio in cui viene fornito l'ossigeno: l'ossigeno è essenziale per l'esistenza di ogni organismo che respira. L'aria è anche lo spazio dove avviene la trasmissione invisibile dei dati. Poiché l'aria non è visibile, viene spesso trascurata. Il film d'arte è quindi dedicato all'aria, al vento e a ciò che galleggia e può volare.
Holy Cow! (musica: Bangalore Computer Club) tratta dei corpi viventi nell'acqua; anche l'acqua è un organismo vivente. Il nostro corpo è fatto principalmente di acqua. Attraverso questa lente, la realtà organica potrebbe essere percepita come un insieme di membrane che separano i corpi d'acqua gli uni dagli altri. Quando c'è un equilibrio tra questi corpi idrici tutte le creature prosperano. La danza ripetitiva celebra i movimenti dell'acqua; le animazioni a loop, che sono pervasive nel metaverso, iterano queste dinamiche.
Salacia (arte sonora: Natalia Dominguèz Rangel) si concentra sulle onde del mare, il cui movimento continuo si riflette nello scorrimento digitale. L'ombra, e il suo significato psicologico e fisico, viene delineata dal negativo della luce solare. Nel film, la sua oscurità permette ai nostri occhi di vedere le stelle e di percepire ciò che è infinito e senza fine. Attraverso lo stupore dell'osservazione delle stelle, l'ombra diventa il vettore per percepire la dimensione infinita, come se l'ombra fosse una porta per accedere a livelli superiori di coscienza.
Digitaliz Satsang (musica e canto armonico: Roberto Laneri) si riferisce all'uso che facciamo della parola
digitale. La sua etimologia rivela come sia connessa al corpo umano. La parola, di uso corrente a livello globale, deriva dal latino
digitalis "misurare l'ampiezza di un dito", da
digitus "dito, alluce". In questo modo, la parola
digitale sembra tornare al suo significato originario latino, combinando allo stesso tempo lo strato immateriale dell'ingegneria tecnologica con la sfera corporea.
Insieme all'uso dei dispositivi, un insieme di gesti delle dita, dei polsi e delle mani è diventato una routine quotidiana di cui non siamo del tutto consapevoli. Questi gesti includono, tra gli altri, lo scorrere, il toccare, lo strisciare, il trascinare, il pizzicare, l'allargare e il restringere, il ruotare. Nella danza tradizionale indiana (Bharatanatyam), i movimenti delle mani, dei polsi e delle dita sono coinvolti nella coreografia generale del corpo, creando un flusso di bellezza senza pari. L'unione coreografica di due linguaggi distanti come i gesti dell'uso dei dispositivi e il movimento della danza tradizionale parla del tempo presente, un tempo in cui tradizione e innovazione si sforzano di coesistere armoniosamente.
Marigold Glitch is an art show of films, paintings and floral compositions, on the intricate relationship between analog and digital images.
A research supported by the Italian Institute of Culture in Mumbai, the ISRO, the Italian Consulate in Bangalore and the
Goethe-Institut / Max Mueller Bhavan Bangalore, exhibited on September the 30th and October the 1st 2022. The exhibition consists of works produced during a two-month residency at ISRO Bangalore.
MARIGOLD GLITCH investigates the relationship between the body and the use of digital devices (cell phones, tablets, VR, kindles, etc.) on the levels of aesthetics and intimacy.
We are immersed in an indistinct cloud of visual languages that intersect and modify each other, with traditional canons evolving to the extent required by technological formats. The concept of time appears deformed and almost by paradox returns, through the grammar of digital scrolling, to a pretextual dimension of repetitive cyclicity. The experience of reality created by devices recombines numerous visual syntaxes with different provenances, repurposing certain post-modern canons and surpassing them through an entropic process of subtransient semantic confusion. Twentieth-century naturalist cinematography is combined with 3D and the animated sticker and meme derivatives of mainstream culture; high resolution film is accompanied by pixelated and AI-filtered video. On the other hand, the body, through the hands, wrists, and fingers that glide over these interfaces, silently keeps in order the electrical impulses that run through our neural networks. The body is water and it is a balance system of organs and processes, not just a functional control apparatus for fruition. When we scroll, we lose sight of our bodies: our brain is silently keeping everything under control.
In MARIGOLD GLITCH, watercolour paintings speak of the noiseless language of the body, rendering the fascinating connection between shape and content that happens in the water element. It’s a language that, for its uniqueness, contradicts the AI generated image style. The flower compositions mirror these shapes, taking inspiration from the Indian culture of flower ground arrangements (Pookalam).
Di Soavi Accenti (sound art: Eva Macali) is an art film dealing with the element of air, intended as the space where oxygen is provided: oxygen is essential to the existence of every breathing organism. Air is also the space where the invisible transmission of data happens. Because air is not visible, it is frequently overlooked. The art film is thus dedicated to air, wind, and what floats and can fly.
Holy Cow! (music: Bangalore Computer Club) deals with living bodies in the water; water is a living organism as well. Our bodies are mainly made of water. Through this lens, organic reality could be perceived as a collection of membranes that separate bodies of water from each other. When there is a balance between these water bodies, all creatures thrive. Repetitive dance celebrates water movements; loop animations, which are pervasive in the metaverse, iterate these dynamics.
Salacia (sound art: Natalia Dominguèz Rangel) focuses on the sea waves, their continuous movement mirrored in digital scrolling. The shadow, and what it means psychologically and physically, is something that is outlined by the negative of the sunlight. It’s darkness enables our eyes to see the stars and perceive what is infinite and never-ending. Through the amazement of star gazing, the shadow becomes the vector to perceive the endless dimension, as if the shadow was a door to access higher levels of consciousness.
Digitaliz Satsang (music and overtone singing: Roberto Laneri) refers to the use we make of the word "digital". Its etymology reveals how it’s connected to the human body. In fact, the word comes from Latin digit?lis "measuring a finger's breadth," from digitus "finger, toe". This way, the word "digital" seems to be circling back around to its original Latin meaning, at the same time combining the immaterial layer of technology engineering with the body sphere.
Along with the use of devices, a collection of gestures of fingers, wrists, and hands has become a routine choreography we’re not entirely aware of. These gestures include, among others, scrolling, tapping, swiping, dragging, pinching, spreading and shrinking, rotating. In Indian traditional dance (Bharatanatyam), the movements of hands, wrists, and fingers are involved in the overall body choreography, creating an unparalleled stream of beauty. The combination of the two distant languages of device use gestures and traditional dance movement speaks of the present time, a time where tradition and innovation strive to coexist harmoniously.